Diffamazioni su facebook: il più crescente reato di diffamazione

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Il web ci offre ogni giorno un’ampia possibilità di proposte per facilitarci la vita, ma può diventare anche un ambiente ostile e insidioso. La diffamazione a mezzo internet è un reato sempre più comune.

Nel caso di diffamazioni su Facebook, la parte lesa può difendersi in due modi, avviando una causa penale e una civile. Usare i social network è accessibile a tutti ma anche se siamo liberi di scrivere quello che vogliamo non è detto che sia lecito farlo.

Diffamazione significato: la reato di diffamazione su Facebook nasce, ad esempio, quando si tratta di stalking, molestie o offese, quando una persona si crea un profilo fake per fare un commento diffamatorio (sia sulla nostra bacheca pubblica che quella più ristretta ai followers).

A questo riguardo si è pronunciata di recente la Cassazione con un emendamento che legifera l’iter da prendere nei casi di reato di diffamazione. Quando e come si può ottenere un risarcimento?

Cosa fare in caso di reato di diffamazione?

Come prima cosa è necessario fornire un indirizzo IP attendibile del colpevole.

Ma andiamo a capire nel dettaglio come possiamo difenderci in caso di diffamazione facebook. Denuncia per calunnia cosa si rischia e qual’è la pena per diffamazione?

1) Diffamazione sui social: segnalare il caso a Facebook

Come prima cosa è necessario avvisare Facebook stesso, mandando una mail a [email protected] e segnalando il problema. Inoltre, la parte lesa può bloccare direttamente il presunto colpevole e il profilo della persona che la sta infastidendo. Il passaggio è semplice, basta recarsi sul riquadro ‘amici’ e cliccare ‘blocca utente’: da qui, Facebook dà la chance di fornire ulteriori motivazioni di questa scelta, con la formula ‘invia problema’.

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Con questi passaggi, non solo la persona verrà bloccata e non sarà più possibile essere contattati sia con post, commenti e messaggi privati, ma la piattaforma social prenderà in carico il problema per impedire all’utente implicato di fare del male ulteriore.

Con la prima procedura e inviando la prima segnalazione a Facebook, la persona lesa si autolegittima davanti al social e può spiegare il disagio di calunnia e diffamazione con poche semplici parole.

2) Avviare un’azione penale in caso di diffamazione sui social

Un altro passaggio da fare se stai subendo stalking o diffamazione su un social network come Facebook è denunciare per diffamazione, cioè sporgere querela in modo autonomo, senza bisogno di un avvocato. Basta recarsi alla stazione dei Carabinieri della propria città, oppure alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dove si ha la residenza. Un altro ente a cui ci si può rivolgere senza problemi è la Polizia Postale.

È importante sottolineare che il post è da considerarsi diffamatorio anche quando non viene citato in nome esplicito il nome e il cognome della vittima: è sufficiente che questa venga riconosciuta dalla collettività e ci siano dei riferimenti precisi alla sua identità per renderla individuabile.

A questo punto scatta la querela diffamazione e la parte lesa deve essere il più possibile precisa, indicando il profilo Facebook incriminato, il commento e l’ora in cui è stato postato, più il codice ID fornito da Facebook stesso, da recuperare nell’indirizzo sulla parte inferiore del browser.

Un altro elemento indispensabile per procedere per via penale alla diffamazione facebook è accertarsi dell’indirizzo IP del presunto colpevole, un codice a cifre che contraddistingue ogni tipo di connessione internet ed è indispensabile per isolare la linea. Se questo non è verificabile, la Cassazione ha emendato la difficoltà a procedere oltre: non basta la stampa del commento da profilo Facebook a profilo, ci vuole assolutamente l’indirizzo IP ad esso associato perché, in caso contrario, potrebbe trattarsi anche di una frode e di un utilizzo abusivo del profilo della persona accusata.

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Gli indizi non devono essere presunti perché il nickname del presunto colpevole potrebbe essere utilizzato da altre persone, con un utilizzo illecito di personalità: il reato si origina nel momento in cui può essere collegato ad un concreto indirizzo IP.

Una volta che è stato assodato questo, è importante portare le prove, come persone e testimoni che hanno letto il post, una stampa del contenuto e uno screenshot con immagine.
In caso di utilizzo illecito dei social si può avviare una causa anche in caso di danno patrimoniale, quando ad esempio è stata offesa un’azienda o un brand per recensioni negative di clienti o revoche di contratti.

Infine, può esserci un danno morale, la persona può aver avuto un turbamento psichico a causa di queste molestie: in questo caso bisogna accertare tutto tramite un certificato medico.
In caso di causa civile, invece, si può chiedere un risarcimento in denaro per il danno subito.

3) Diffamazione codice penale: quando rivolgersi ad un avvocato?

La diffamazione è un reato. Lo studio associato Studio Avvocato 24 è specializzato in casi di stalking, abusi e molestie sui canali social, non solo Facebook, il più celebre e noto, ma anche tutti gli altri più utilizzati.

Una volta che la causa è stata avviata (è stata inviata la lettera di diffida per diffamazione)e la vittima si è costituita parte civile, è consigliabile farsi seguire da un avvocato competente, sia penalmente che civilmente.

Lo Studio Avvocato 24 non è solo un team di professionisti legali competenti, ma anche la sicurezza di essere vincenti e salvaguardarti da un punto di vista umano. Lo studio è disponibile per ogni perplessità e per una consulenza privata, siamo specializzati in risarcimento danni per diffamazione.

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