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Imputato assolto: risarcimento danni

È possibile essere perseguibili dalla legge in caso di querela oppure denuncia sono nel caso di azione temeraria o calunnia, cioè in un situazione con colpa grave, ma ciò deve essere deciso solamente da un giudice penale.

assoluzione per non aver commesso il fatto: risarcimento danni

L’imputato, cioè colui che viene denunciato, che viene prima denunciato per un qualsiasi tipo di reato e poi viene ritenuto innocente dal giudice, non può in nessun modo chiedere un risarcimento all’individuo che lo ha querelato.
Quindi denunciare un reato o querelare un individuo è un’arma a doppio taglio, in quanto il danno non è solo a carico del denunciante; bensì se il reato non sussiste o l’imputato viene assolto sarà la persona che querela ad essere perseguibile dalla legge. Infatti si parla dell’imputato assolto e del risarcimento danni.
Il giudice di pace di Napoli, Italo Bruno, in una sentenza emanata da poco chiarisce perfettamente la questione, che tra l’altro comprende una grande branca della giurisprudenza in regola con la Cassazione. Dunque la persona che denuncia a meno che non abbia agito consapevolmente di calunniare un altro individuo non deve risarcire l’altro se la sua domanda viene respinta e l’imputato viene assolto, ci sono principalmente due motivi per la quale ciò può accadere:
  • ogni cittadino ha il diritto di agire per difendere i propri diritti. Se venisse stabilita una sanzione per l’azione giudiziaria questo diritto sarebbe limitato, anche nel caso in cui fosse infondata;
  • durante il processo penale l’azione non viene portata avanti dalla parte come in una causa civile, bensì dallo Stato e dalla Procura della Repubblica.

In base alla sentenza del Giudice che prevede un risarcimento danni dopo assoluzione penale, si possono distinguere due deroghela calunnia e la colpa grave

La calunnia

L’individuo assolto può chiedere un risarcimento del danno ricevuto dal denunciante, però solo se questo abbia agito volontariamente, cioè è partito con l’intenzione di creare un danno all’altro nonostante sapeva che fosse innocente. Per fare scattare la calunnia è necessaria una condizione, cioè che il denunciante fosse già a conoscenza dello stato di innocenza dell’accusato e pur sapendo ciò lo abbia denunciato lo stesso.

La calunnia vera e propria viene riconosciuta solamente se entra in gioco la macchina giudiziaria, che può essere un magistrato o una qualsiasi altra autorità che per legge deve comunicarlo a quest’ultimo, come la polizia! Un pratico esempio per capire meglio la situazione, non esiste calunnia se due colleghi si ritrovano a litigare e uno accusa di un reato mai avvenuto l’altro davanti al datore di lavoro di entrambi.

Assoluzione perchè il fatto non sussiste risarcimento danni: in caso di:

La colpa grave

Nel caso in cui non viene riconosciuta la calunnia, la persona assolta può richiedere un rimborso per le spese sostenute per difendersi nel giudizio penale, solo nel caso in cui il denunciante abbia operato in modo temerario, cioè con colpa grave.

In questo caso però scattano sanzioni economiche pesanti, in quanto il giudizio civile viene espresso con la “responsabilità processuale aggravata“. Il risarcimento in questa situazione deve essere richiesto al Giudice penale che ha concluso il processo con l’assoluzione e non al Giudice civile.  In sintesi non spetta un risarcimento nel caso in cui non sia presente un querela infondata.

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